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Workshop di Robotica e Intelligenza artificiale

Workshop di Robotica e Intelligenza artificiale

Gli studenti delle scuola Secondaria di I Grado incontrano Nao

“Al giorno d’oggi la tecnologia è più diffusa che mai, è quasi impossibile ormai che qualcosa di utilizzo comune non sia una macchina o un automa”. Queste le parole di due programmatrici di I.A. (Intelligenze Artificiali) molto all’avanguardia, capaci di esprimere una forma di pensiero, instillato ovviamente da programmatori e ingegneri esperti. La domanda però è: l’avanzamento tecnologico è sempre un vantaggio? Tutto sta nella nostra passione e soprattutto nella capacità di controllo.

Ogni cosa che un robot può fare, lo fa grazie allo sforzo mentale, e non solo, di un umano. Non importa che sia un aspirapolvere automatico o l’umanoide cibernetico che assume perfettamente sembianze e gesti del famoso scienziato Hiroshi Ishiguro, l’uomo viene sempre prima; come diceva Einstein: “Macchina: veloce, precisa, stupida; Umano: lento, impreciso, intelligente”

Il robot che viene presentato oggi all’Istituto Mazzarello da due ingegneri del Dipartimento di Robotica dell’Università di Palermo è Nao, un simpaticissimo robottino capace di emettere suoni e parole, di muoversi quasi perfettamente da solo (tenuto sempre d’occhio con cautela), programmato alla perfezione in modo tale che possa assimilare il comportamento umano, associando gesti, solo leggermente limitati dalle sue capacità motrici, a frasi di senso compiuto.

Tutto questo avviene grazie ai comandi impartiti sul momento. Qualsiasi azione è programmata, controllata e gestita nel minimo dettaglio. Due punti decretano che un robot può seriamente competere con l’essere umano e Nao e i suoi simili sono la dimostrazione che l’umanità è davvero a pochi passi dal raggiungere la perfezione nel costruire androidi con grandi capacità. Il primo punto è l’aspetto fisico: Cibernetica e Meccanica.

Come citato in precedenza, lo scienziato-ingegnere Hiroshi Ishiguro è riuscito a creare un clone robotico di sé stesso perfettamente identico nei gesti e nel modo di parlare, dotato di capacità automotrici totalmente identiche al proprio gemello umano. Il secondo punto è l’Intelligenza Artificiale. Sorge spontaneo chiedersi: l’I.A. perfetta è possibile? È realizzabile un pensiero critico e logico, è possibile creare dal nulla ciò che differenzia il genere umano da qualsiasi altra cosa presente sulla terra, dagli animali agli oggetti inanimati? Alan Turing, matematico, filosofo e informatico, ha trovato un metodo per rispondere a queste domande. Il famoso test di Turing stabilisce tramite una chat tra un umano e un’I.A. se l’Intelligenza Artificiale è capace di fingersi un umano senza essere riconosciuta come una macchina in grado di interpretare le parole e rispondere secondo programmazione – basti pensare al comunissimo assistente Google o a Siri o ad Alexa, strumenti utilizzatissimi da tutti che provano a simulare un interlocutore umano. 

L’attività organizzata dalle programmatrici aveva l’intento di coinvolgere al massimo gli studenti al fine di far crescere in loro l’interesse e la passione per la robotica. Nao ha fatto del suo meglio per rallegrare l’atmosfera di stupore e meraviglia che nasceva nella classe di informatica, ma il divertimento ha raggiunto il suo apice dopo l’entrata di due piccoli mini-robot capaci muoversi con dei cingoli e di sollevare dei cubi elettronici con i loro piccoli ganci. È stato sorprendente scoprire come i robottini riconoscessero i cubi tramite dei sensori applicati sulla parte anteriore; in seguito, i robottini hanno dato il via a un gioco tra loro e i ragazzi, diventato in poco tempo molto competitivo.

Era una sorta di test di velocità che aveva lo scopo di dimostrare che molto spesso una macchina può essere molto più veloce ed efficace di un essere umano, non solo in termini di potenza fisica ma anche di percezione visiva e di reazione.

 

Articolo di: Davide Gaetano Rizzo, 3A